Il tappeto, segno distintivo della Moldova
Linguaggi, rituali, consuetudini sociali, racchiusi in queste piccole opere d’arte

La creazione artigianale moldava più nota al grande pubblico resta sicuramente il tappeto.
Apprezzati e ricercati dal mercato contemporaneo, e relativamente noti anche tra i non specialisti del settore, in quanto la loro tecnica tradizionale, denominata “scoarța”, è entrata nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco, la fabbricazione dei tappeti costituiva parte della vita quotidiana nei villaggi rurali moldavi: durante il lungo inverno intagliare il legno, produrre ceramiche, tessere tappeti di lana, era un modo alternativo per produrre reddito.
Il tappeto riflette una infinità di concetti estetici, di bellezza e di armonia. Nel corso dei secoli vari motivi ornamentali, composizioni e linee cromatiche, sono stati selezionati e stilizzati per dare un aspetto più gradevole al tappeto.
Nel folclore moldavo, il tappeto era il simbolo dell’abilità femminile, tenuto con cura, trasmesso per eredità, realizzato con talento e gusto artistico, per essere conservato in casacome marchio di ricchezza e prestigio della famiglia, adoperato per decorare le pareti interne delle case, ma anche durante certe cerimonie, come quelle funebri o come parte della dote della sposa.
L’arte del tappeto moldavo appartiene agli ultimi ceppi della già scarsa e disomogenea produzione europea: i processi tecnici e gli ornamenti recano l’impronta di diversi gruppi etnici, anche nella terminologia e nella tipologia, da quello tracio, al latino (lînă, cînepă), a quello turco (kilim, cerga, macat). I tappeti moldavi sono riconoscibili grazie ai colori vivaci e ai disegni con piccoli motivi geometrici, semplici ed eleganti e con particolarissimi motivi a rosa che li caratterizzano.
La produzione più antica, finora, risale alla fine del XIV secoloe contiene riferimenti dell’esistenza di laboratori di filatura e tessitura, appartenenti a nobili e contadini ricchi.Sono delineate anche alcune caratteristiche in riferimento alle diverse aree storico-etnografiche, comel’uso di diversi strumenti (nord e centro con telaio verticale, sud orizzontale) e vari processi tecnici che riflettono l’aspetto dei tappeti, le dimensioni, le composizioni ornamentali.
Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, l’ordito di lana cominciò a essere sostituito con quello della canapa o del cotone. In genere la materia prima utilizzata per il tappeto moldavo era di origine locale, ottenuta nella propria casa.La lavorazione della lana, della canapa e del lino, come la filatura e la tintura dei filati, veniva eseguita in un ambiente domestico.
Uno dei processi più complessi legati al tappeto era considerato la colorazione della lana: a tale scopo venivano utilizzati coloranti naturali, preparati secondo alcune ricette, ottenuti facendo bollire le foglie, i fiori, la corteccia e le radici di alcune piante, così come alcuni minerali.La lana veniva lasciata in soluzione fino alla tonalità desiderata: a volte lo stesso colore era ottenuto da piante diverse e talvolta dalla stessa pianta si ottenevano alcune sfumature dello stesso colore.
I manufatti così ottenuti sono contraddistinti dalla varietà e vivacità dei colori e dalla presenza di motivi geometrici, vegetali, figurali (animali e persone) e di motivi simbolici, come l’albero della vita.
Le tradizioni e l’esistenza dei processi locali hanno contribuito alla creazione di una combinazione armoniosa di colori pastello, che rimane il segno distintivo di tappeto moldavo.
Carlo Policano